giovedì 13 novembre 2008

Via Kandahar


Davvero non capisco chi è il genio della toponomastica che in Comune decide i nomi delle vie.
Avrei voluto tanto abitare in Via Mazzini o in corso Roma come le persone normali.
No, il Comune ha deciso che dovevo abitare in via Kandahar, nulla contro la città afgana, ma non so se capite quanto può essere difficile far capire dove abiti a chi non è esperto di cinema o geografia e non abita nella zona.
L'altro giorno squilla il telefono, era il corriere che doveva consegnarmi un pacco, ordinato a metà settembre che doveva essere un regalo per il 28 ottobre.
Vabbè, a parte questo dettaglio ecco la trascrizione spannometrica della telefonata.
-Cavallo Fumoso- "Pronto...?"
-Corriere- "Pronto, sono il corriere della xxxxxx, parlo col sig. Fumoso?" (le buone maniere soprattutto augurare il buongiorno devono essere un'usanza arcaica in voga nel secolo scorso).
-C.F.- "Sì, mi dica..."
-Corr.- "Dovrei consegnarle un pacco ma non riesco a trovare la via, mi conferma che abita in via Candida?"
-C.F.- "ci deve essere un errore guardi, io abito in via Kandahar..."
-Corr.- "Ehhh....?"
-C.F.- "Guardi le faccio lo spelling!"
-Corr.- "Ehhh....?"
-C.F.- "Le sillabo il nome insomma"
-Corr.- "bene..."
-C.F.- "Allora K come.... (non mi veniva niente) OK ., la cappa di O Kappa, A come Ancona....."
Alla fine della mia performance il corriere se ne esce:
-Corr.- "Benissimo, allora tra mezz'ora sono in via Okandar a portarle il suo pacco"
-C.F.- "No guardi non è Okandar, non c'e' la O all'inizio e ai lati dell'H ci sono due A.
-Corr._ "Ma la H dove devo metterla?"
Era un assist davvero spettacolare ma ho resistito, al secondo tentativo tutto è andato perfettamente e la consegna è andata a buon fine.
Se qualcuno conosce un ufficio dove far richiesta per cambiare il nome delle vie è pregato gentilmente di comunicarmelo.

mercoledì 12 novembre 2008

Linda e il controllore

Oggi mi va di tornare serio, perchè qua non c'è da ridere. Quasi un mese fa, su un autobus di linea dell'ATC, a Bologna, sale un verificatore. Tutto normale. Sull'automezzo, sono le otto di mattina, si presume ci sia un nutrito numero di utenti, è ora di punta. Il controllore fa il suo mestiere, verifica che tutti dispongano di un titolo di viaggio valido, è pagato per questo.
Tra i passeggeri un piccolo gruppo presumibilmente di etnia rom non in regola, in poche parole sta viaggiando senza averne diritto. La norma vuole venga verbalizzata l'infrazione, invece il controllore perde le staffe ed inveisce con parole dure verso gli abusivi. Il caso vuole che un utente ascolti il colloquio e riferisca del contenuto non con una denuncia alla polizia, non con un esposto all'azienda trasporti, ma con una lettera al quotidiano "La Repubblica", edizione locale di Bologna.
La lettera viene pubblicata e il controllore viene sospeso a tempo indeterminato dal suo datore di lavoro. Amen, la giustizia trionfa, i buoni vincono e il cattivo ha la sua giusta punizione.
Ma questo non è il paese delle Lindameraviglie, dove tutto è bianco o nero e, qualcuno può rimanere perplesso, stupito, che in un Paese dove si offrono seconde possibilità a tutti, assassini, mafiosi e terroristi compresi, si lasci senza stipendio una persona che fino al giorno prima aveva sempre fatto il suo dovere per bene.
Il verificatore sospeso scrive una lettera di replica a "La Repubblica", che non viene pubblicata. Fa un po' l'investigatore e scopre che il 2 settembre l'indomito passeggero, amico dei giusti e vendicatore dei deboli, era stato da lui sanzionato, in quanto abusivo.
Questo certo non cambia le cose, ma dà sicuramente da pensare a uno che vuole capire come siano realmente andate le cose.
Attraverso il blog di un collega prova a far sentire la sua voce, ammettendo di essere stato eccessivo, ma di aver reagito a pesanti provocazioni, che l'autrice della denuncia, Linda Serra, ha omesso, nella lettera al quotidiano locale e in un articolo del suo blog.
Addirittura inizialmente nel titolo di questo si parlava di kapò e di terzo reich, poi cambiato in un più neutro "Alice in wonderland" (coda di paglia?) , in cui censura regolarmente tutti i commenti che non gli garbano, ho provato personalmente l'emozione di essere censurato dalla Serra.
Da lasciare oltremodo senza parole la risposta data ad un utente che si lamentava di questo comportamento.
"Beh…è il mio Blog, si scrivo solo quello che mi pare…
Se hai qualcosa da scrivere,apri un blog anche tu!"
Evviva la nostra paladina dei Giusti, sostenitrice della pluralità dell'informazione.
Che critica a fare Berlusconi se nel suo piccolo si comporta alla stessa maniera?
Mah!!!
Infine, mi ha colpito un articolo che tratta di uno dei suoi idoli musicali
Linda ama le vecchie canzoni di Vasco Rossi, chissà forse anche "Colpa d'Alfredo".
Per chi non se la ricordasse il testo recita:
"E' andata a casa con il negro la troia" e poi "l'ho vista uscire mano nella mano con quell'africano che non parla neanche bene l'italiano".
Signora Serra, questo è razzismo allo stato puro, corra, lei che è Giusta, a denunciare il Vasco a "La Repubblica"!
Come dice? Non è razzismo ma "cantare il disagio di una generazione disperata con la semplicità e l’umiltà di chi ha sempre detto le cose come stanno senza girarci troppo attorno".
Ha ragione, Vasco è figo, un controllore ATC che prende 1200 euro al mese e ora neppure quelli non merita nulla, se non insulta il diverso davanti ad almeno 50000 persone.
Non so cosa dire, al giorno d'oggi va tutto alla rovescia e soprattutto il vecchio detto che ora recita:
"Chi ha peccato, scagli la prima pietra", specie se la devi tirare contro al verificatore che ti ha multato poco tempo prima".
Un saluto.
PS Tengo a precisare che non condivido la reazione del controllore, solo che credo abbia sufficientemente pagato il suo errore.

martedì 11 novembre 2008

Cara signora


Cara signora , sì tu che stavi telefonando col cellulare , impellicciata che non si gira così nemmeno il giorno di natale ad Oslo, tu che hai pensato bene di non darmi la precedenza e tagliarmi la strada per poi all'incrocio successivo girare senza freccia a sinistra in contromano, sappi che non ti ho suonato il clacson in quanto bella gnocca degna di considerazione, sappi che al posto di un netturbino coi riflessi d'acciaio ci poteva essere un vecchietto in bicicletta.
Tu, sulla Mini bicolore con i tuoi girasoli d'ordinanza che secondo me ti impedivano anche la visuale, che hai ritenuto "cool" mostrarmi il dito medio, segno della tua educazione passata nei migliori college d'oltremanica, lo sai vero dove lo dovevi mettere quel dito. E nello stesso posto pure il telefonino, che sarebbe sicuramente entrato senza sforzo.

domenica 9 novembre 2008

Maledetta domenica!


Che palle! L'unico giorno della settimana in cui puoi dormire e ti alzi alle sette con un mal di testa bestiale. E allora corri a cercare una farmacia aperta per comprare una scatola di Nurofen, poi già che ci sei prova a cercare un tabaccaio aperto che neanche oggi è il giorno giusto per smettere. Intanto l'emicrania non passa, stavolta sembra refrattaria anche alla pastiglia. Nel frattempo sei tornato a casa, fai per prepararti il caffè e scopri che non ce n'è più... già, dovevi comprarlo ieri ma non avevi voglia di andare il sabato pomeriggio a fare la coda all'iper per due cose in croce. Esci di nuovo e cerchi un bar, nel frattempo ti accorgi che il supermercato oggi è aperto, che fare? E' presto e ancora c'e' poca gente... e allora andiamo a fare la spesa va, che così ci "strighiamo".
Poco a poco mentre giri gli scaffali senti la cervicale che si rilassa e che il mal di testa comincia a diminuire, provando quel sollievo che è tremendamente simile a quando ti togli, dopo una giornata intensa, un paio di scarpe troppo strette. Paghi alla cassa, torni a casa e finalmente il mal di testa è svanito. Adesso finalmente è domenica anche per te!

venerdì 7 novembre 2008

Razzismi all'incontrario


Molti anni fa quando ero più giovane e idealista facevo parte di un movimento antirazzista, "Nero e Non Solo".
Ricordo che partecipavo alle iniziative con molto piacere e sentivo che nel mio piccolo potevo cambiare il mondo, almeno in parte.
La responsabile del mio circolo mi invitò ad una cena etnica, che si sarebbe tenuta in una casa abitata da alcuni ambulanti africani che lavoravano sulla costa.
Ne ero entusiasta, fino al momento in cui mi comunicò che la cena consisteva in un unico gigantesco piatto al centro della tavola, pieno di cous cous o altro sugo che non ricordo, nel quale ci si doveva servire "a manazza" come si dice qua. Si sarebbero dovuti prendere i tocchi di carne nel sugo con le mani e intingere il pane nel sugo, "tutti insieme come fratelli", diceva lei.
Me ne uscii, con tutta la ingenuità dei miei diciott'anni, con un "Che schifo!" che mi bollò immediatamente come "potenziale razzista" o "razzista represso", non ricordo.
Non valse a nulla spiegare che le mani nel piatto del sugo non le avrei messe a prescindere dalla razza dei miei commensali, nigeriani o finlandesi che fossero e che avrei avuto problemi a farlo anche da solo a casa mia.
Peggiorai solo la situazione e da "razzista represso" diventai "razzista" e "represso".
Inutile dire che non partecipai alla cena e non venni nemmeno più invitato alle varie manifestazioni del movimento.
Pochi mesi dopo ne uscii, ma non mi sentivo razzista allora come non credo di esserlo adesso, figuriamoci che il mio bisnonno era uno zingaro "sinti" che faceva il giostraio.
Tutto questo per dire che bisogna stare attenti ad appiccicare delle etichette alla gente. Quell'episodio mi ferì profondamente e forse posso dire di essere stato vittima del razzismo all'incontrario.
Sono vittima dello stesso tutte le volte che mi trovo a pulire un campo nomadi abbandonato, dove non si ha avuto nessun rispetto per me che sarei passato a far pulizia dopo la loro partenza oppure quando all'uscita dal supermercato, se non ho voglia di comprare l'ennesimo accendino dal venditore senegalese questo mi apostrofa "Tu sei cattivo, non compri perchè sono nero."
Io non mi sento razzista, ma a volte sicuramente sono vittima dei preconcetti perchè se, ad esempio su cento persone che hanno provato a mettermelo in quel posto, novanta sono coi capelli rossi, alla fine quando vedi uno coi capelli rossi parti un po' prevenuto, mi pare normale.
Questo per ricollegarmi a questo, questo e quest'altro.
A me il pensiero di un controllore di autobus che,per uno scatto di nervi, da quasi un mese non ha stipendio e rischia forse il licenziamento mette una tristezza davvero grande.

giovedì 6 novembre 2008

AAARRGGHHHH!!!


Fortuna che il mio blog non è molto (per niente?) seguito, perchè altrimenti avrei già fatto una figura demmerda.
Sarebbe facile dire che sono già ventiquattr'ore che non fumo e che tutto va più o meno bene, invece stamattina appena uscito di casa l'impulso di cercare un pusher per alimentare il "piccolo mostro che è in me" (cfr. Allan Carr) ha vinto sulla razionalità
Non ho voglia di spiegare i motivi del mio ennesimo fallimento e quindi parlo d'altro, del mio lavoro che non è speciale ma non per questo poco interessante.
Signori miei io sono un operatore ecologico, uno spazzino, Trashman, una di quelle figure misconosciute che, lavorando nell'ombra fanno in modo che le strade dove camminate siano sempre linde (più o meno) o che il vostro cassonetto delle immondizie sia vuoto, pronto per accogliere i vostri rifiuti.
Devo dire che forse, se avessi potuto scegliere, avrei preferito un altro lavoro, ma in tempi di vacche magre uno stipendio sicuro per un lavoro tutto sommato semplice è quanto di meglio si potesse avere quasi vent'anni fa, specie se a scuola non hai mai avuto voglia di studiare. Questo accadeva nel 1991, risposi sì alla convocazione dell' azienda di igiene urbana dalla mia città e... fui spazzino per sempre, almeno fino ad oggi.
Sfatiamo il mito che vuole lo spazzino svogliato, pigro e con scarsa propensione al lavoro, la lentezza dei gesti è dovuta al tentativo di non alzare troppa polvere per non disturbare il passeggio di voi cittadini-utenti. Sfatiamo il mito del camion delle immondizie che, nell'ora di punta, blocca la strada nella via più trafficata della città, noi lavoriamo su vari turni dalle 6 del mattino alle 24, chiaro che nei momenti di maggior traffico da qualche parte dobbiamo pur stare, no? Se non intralciamo te in quel momento, staremmo sicuramente intralciando qualcun altro.
Gli unici momenti di vero riposo , per chi spazza le strade, sono i giorni di pioggia, in cui sei praticamente autorizzato a non lavorare, d'altra parte avete mai provato a spazzare quando piove? L'unico risultato che si ottiene è di creare mulinelli di acqua con lo sporco che segue l'onda e si disperde per tutta la via.
Quando piove dunque lo spazzino non spazza, ma la sua vita non è migliore. Stare al bar ad aspettare che smetta? No!!! Si crea un danno d'immagine per l'azienda, non sia mai che la vista di un operatore ecologico che sorseggia un caffè al bar faccia tracollare le azioni della Multiutility in Borsa. Allora si resta sull'apecar aspettando che smetta, ma attenzione, bisogna avere l'accortezza di spostarsi ogni cinque minuti perchè se no al centralino fioccano le telefonate di protesta.
-Signora incazzata- "Io pago le tasse ho sempre la mia via sporca e il vostro spazzino è rimasto 30 minuti sull'automezzo senza lavorare!!"
-Call center- "Signora, oggi pioveva, sarà salito per asciugarsi un attimo."
-Signora incazzata- "IO LAVORO anche quando piove e PAGO LE TASSE anche per i giorni che piove"
A me viene da pensare che non lavori poi tanto se è rimasta a guardare dalla finestra di casa per trenta minuti lo spettacolo del nulla.
Dimenticavo, se siete fermi dentro l'apecar, bagnati fradici e infreddoliti, non potete accendere il motore per azionare il riscaldamento perchè nell'ordine l'automezzo : fa rumore, puzza, inquina e via così.
Alla gente lo spazzino piace stoico (leggi indurito come uno stoccafisso) a resistere contro le intemperie, piace vederlo affrontare la burrasca, come nel film "Capitani Coraggiosi".
Non parliamo del "raccoglitore" (l' op. ecologico che svuota i cassonetti), esemplare ormai raro mandato in pensione dall'avvento del monoperatore, il camion futuristico che fa tutto da solo, vuota i bidoni e poi li lava, disinfetta, profuma e nel frattempo gli racconta pure una storiella.
Il raccoglitore lavora sempre, in ogni condizione metereologica. La vita lavorativa del raccoglitore è di solito molto breve, di solito a quarant'anni si ritrova imbottito di artriti e malanni che lo faranno presto tornare a spazzare le strade.
Vi lascio col proverbio preferito da ogni spazzino.
"Quando piove e tira vento ci si ferma in un momento!"

mercoledì 5 novembre 2008

Ultima sigaretta!


Doveva essere per ieri sera ma era una di quelle giornate in cui è sconsigliabile smettere di fumare, d'altra parte si sa che quando arriva il momento fatale ci deve per forza sempre accadere qualcosa: un inconveniente, una giornata di merda al lavoro, qualcuno che rompe le palle, cene di famiglia, una perturbazione atlantica...
Oggi la giornata non sta andando male, fuori c'è il sole , tutto un pomeriggio libero per rilassarmi, non aspetto nessuno a cena ed ho deciso che è giunto finalmente il momento di cominciare la grande avventura.
Siccome ho deciso che fumerò per l'ultima volta quando finirò di scrivere questo articolo e mi rimane ancora qualche sigaretta nel pacchetto dovrò riflettere molto per trovare le parole da usare, inserire qualche aneddoto per prolungare l'agonia della mia assuefazione, raccontare magari qualcosa di me.
Da qualche mese sono entrato nel club degli "anta" (nato ad aprile del 1968) e la cosa sul momento non mi ha impressionato più di tanto, ma poi si comincia a pensare all'idea che la vita è un percorso e io sono arrivato circa alla metà. Si spera sempre di vivere il più a lungo possibile specie se c'è la salute, ma esiste la possibilità non remota che davanti a me rimanga meno tempo di quello ho già trascorso,specie continuando a fumare come una vaporiera (e a mangiare come un porcello all'ingrasso).
Spero di essermi spiegato, non so se questi pensieri sono tipici dei quaranta, se prima o poi vengono a tutti e quando cominciano a passarti nella testa. Forse dipende dalla vita che si conduce, un salutista penserà di campare minimo cent'anni e considererà di essere a metà della sua vita intorno ai cinquanta, altri che magari soffrono di qualche malattia cronica queste considerazioni le fanno prima, chissà...
E pensa che sfiga, magari uno fa di tutto per preservarsi la salute poi magari gli cade un pianoforte sulla testa e ci rimane!
Mi ha colpito una notizia di ieri: un autobus carico di pensionati in gita si è incendiato per colpa di un vecchietto che ha fumato una sigaretta chiuso nel bagno di nascosto. Sono morte venti persone per colpa di uno che non è stato capace di rinunciare al suo vizio nemmeno per poche ore.
I danni del fumo sono peggiori di quanto si immagini e non voglio fare della facile ironia, ho letto nel tentativo di autoconvicermi a smettere notizie terrificanti di gente arsa viva nel suo letto perchè addormentata con la "paglia" accesa, boschi in fiamme per una cicca buttata distrattamente dal finestrino e altro ancora.
Ora comunque sto finalmente fumando l'ultima sigaretta, anzi l'Ultima Sigaretta.
Mi rendo conto di essere stato eccessivamente tragico in questo post e mi riprometto nei prossimi di essere più divertente.
Ecco, l'ho spenta e per oggi vi saluto.

lunedì 3 novembre 2008

Non fumo più?


Sono qui perchè... non lo so perchè sono qui!
Forse credo che mettere ordine in qualche modo ai miei pensieri, vederli prendere forma in un diario, mi possa aiutare in qualche modo a vincere la mia battaglia contro il fumo.
No , sia ben chiaro, non pretendo di liberare il mondo dal "vizio" del tabagismo, non ho in mente la ricetta o il metodo per rendere tutti felici ex fumatori, a me basterebbe che smettessi io. Ho provato ormai tante (troppe) volte a rinunciare alla sigaretta ed ora faccio l'estremo tentativo, metto i miei buoni propositi in piazza, nella piazza più grande che esiste.
Si dice che quando si intraprendono imprese di questo tipo è importante comunicarlo a quante più persone possibile. Bene, in maniera se vogliamo virtuale lo sto annunciando a tutto il mondo, più realisticamente a quei quattro gatti che passeranno di qui che alla fine saranno magari gli stessi quattro gatti che frequento abitualmente.
Certo le premesse non sono probabilmente le migliori e ammetto di non essere molto credibile quando scrivo che mi libererò per sempre dalla dipendenza della sigaretta e nello smesso momento ne sto già accendendo una, l'ennesima di questa giornata (la venticinquesima?).
Questa volta però potrebbe essere la volta buona, hai visto mai?
Come si comincia a smettere di fumare? Ci sono diverse scuole di pensiero: c'è l'integralista che ti dice di darci subito un taglio, di buttare tutto nel gabinetto (sigarette, accendini, posacenere) e di non pensarci più, c'è il masochista che ti consiglia di smettere e continuare a tenere sigarette e accendino con te. Conosco una persona che ha smesso di fumare sei anni fa e ancora gira col suo pacchetto in tasca, ormai ridotto comunque in una maniera tale da risultare infumabile anche per il più "tossico" dei fumatori in astinenza.
C'è quello che consiglia il metodo scientifico, che consiste nello smettere la sigaretta e "farsi" di nicotina con cerotti, inalatori, caramelle, chewing gum e non so che altro. Io vorrei smettere di fumare ma non vorrei ritrovarmi un domani a passare dalla sigaretta ai prodotti a base di nicotina per poi magari alla fine darmi all'eroina. La paura di diventare eroinomane mi sta spingendo ad accendermi un'altra sigaretta.
Alla fine c'è quello che ti consiglia il libro di Allan Carr, quello che continui a fumare mentre lo leggi e poi quando arrivi alla fine ti passa la voglia, improvvisamente. Da parte mia credo con più convinzione al colpo di karate che dopo tre giorni ti uccide o ai coccodrilli che girano indisturbati nelle fogne di New York. Quel libro io l'ho letto e il primo pensiero una volta finito è stato che con i soldi spesi avrei potuto comprarmi tre pacchetti di "paglie".
In casa ho ancora trenta sigarette, credo che le finirò e poi smetterò , ci vorranno ancora circa ventiquattr'ore visto che attualmente sto fumando come una ciminiera di Porto Marghera, poi comincerà l'avventura... e che Bacco, Tabacco e Venere mi siano d'aiuto!