
Molti anni fa quando ero più giovane e idealista facevo parte di un movimento antirazzista, "Nero e Non Solo".
Ricordo che partecipavo alle iniziative con molto piacere e sentivo che nel mio piccolo potevo cambiare il mondo, almeno in parte.
La responsabile del mio circolo mi invitò ad una cena etnica, che si sarebbe tenuta in una casa abitata da alcuni ambulanti africani che lavoravano sulla costa.
Ne ero entusiasta, fino al momento in cui mi comunicò che la cena consisteva in un unico gigantesco piatto al centro della tavola, pieno di cous cous o altro sugo che non ricordo, nel quale ci si doveva servire "a manazza" come si dice qua. Si sarebbero dovuti prendere i tocchi di carne nel sugo con le mani e intingere il pane nel sugo, "tutti insieme come fratelli", diceva lei.
Me ne uscii, con tutta la ingenuità dei miei diciott'anni, con un "Che schifo!" che mi bollò immediatamente come "potenziale razzista" o "razzista represso", non ricordo.
Non valse a nulla spiegare che le mani nel piatto del sugo non le avrei messe a prescindere dalla razza dei miei commensali, nigeriani o finlandesi che fossero e che avrei avuto problemi a farlo anche da solo a casa mia.
Peggiorai solo la situazione e da "razzista represso" diventai "razzista" e "represso".
Inutile dire che non partecipai alla cena e non venni nemmeno più invitato alle varie manifestazioni del movimento.
Pochi mesi dopo ne uscii, ma non mi sentivo razzista allora come non credo di esserlo adesso, figuriamoci che il mio bisnonno era uno zingaro "sinti" che faceva il giostraio.
Tutto questo per dire che bisogna stare attenti ad appiccicare delle etichette alla gente. Quell'episodio mi ferì profondamente e forse posso dire di essere stato vittima del razzismo all'incontrario.
Sono vittima dello stesso tutte le volte che mi trovo a pulire un campo nomadi abbandonato, dove non si ha avuto nessun rispetto per me che sarei passato a far pulizia dopo la loro partenza oppure quando all'uscita dal supermercato, se non ho voglia di comprare l'ennesimo accendino dal venditore senegalese questo mi apostrofa "Tu sei cattivo, non compri perchè sono nero."
Io non mi sento razzista, ma a volte sicuramente sono vittima dei preconcetti perchè se, ad esempio su cento persone che hanno provato a mettermelo in quel posto, novanta sono coi capelli rossi, alla fine quando vedi uno coi capelli rossi parti un po' prevenuto, mi pare normale.
Questo per ricollegarmi a questo, questo e quest'altro.
A me il pensiero di un controllore di autobus che,per uno scatto di nervi, da quasi un mese non ha stipendio e rischia forse il licenziamento mette una tristezza davvero grande.
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